Fin dal 1975 l’Angola aveva sviluppato una certa tradizione turistica, che è stata cancellata a causa della guerra. Sono pochi coloro che conoscono il grande potenziale turistico di un territorio rimasto chiuso al mondo per decenni.
Come per molte ricchezze del paese, anche il turismo è ora solo un fattore “potenziale”, ma è indubbio che l’Angola offra molte opportunità, grazie a un territorio vasto ed estremamente vario per clima, colture e paesaggi ancora sconosciuti al grande pubblico internazionale. Alcuni intraprendenti cittadini sudafricani e namibiani stanno già sfruttando con notevoli profitti questo potenziale.
Può sembrare eccessivamente ottimistico parlare di turismo in un paese appena uscito da 27 anni di guerra civile e dotato di infrastrutture distrutte, ma è proprio questo a fare dell’Angola un caso particolarmente interessante anche per il settore turistico. A parte le zone difficilmente raggiungibili dell’interno, sono ampie le aree che già da ora offrono possibilità interessanti per investimenti nel settore turistico. In questa fase, naturalmente, si tratta di un turismo diretto a una nicchia di mercato più intraprendente e meno esigente in termini di comfort. Il territorio vergine si presta in particolare all’ecoturismo, attento alla sostenibilità ambientale, soprattutto in aree caratterizzate da un equilibrio ambientale più delicato.
L’Angola ha tutte le carte in regola per essere una nuova frontiera per il turismo del XXI secolo. Prendendo tutte le misure necessarie per viaggiare in condizioni di sicurezza, anche dal punto di vista sanitario, il turista può scoprire immensi territori sconosciuti che si sono trovati isolati dal mondo per decenni che oggi per la prima volta si aprono al resto del mondo.
Tre esempi di investimento nel settore turistico: le spiagge tropicali tra Luanda e Benguela, con scenari assolutamente incantevoli e alla portata del turista contemporaneo; il deserto del Namibe (che segna l’inizio del deserto che dà il nome alla limitrofa Namibia), che non ha niente da invidiare in termini di bellezze naturali e interesse culturale al noto territorio namibiano; le montagne mozzafiato dell’Altopiano nella provincia della Huíla.
Vi è già un turismo regionale in espansione che sta scoprendo le bellezze angolane. Data la crescente domanda interna e il potenziale turismo straniero, di cui si sono registrate le prime avvisaglie a tre anni dalla fine della guerra (180.000 turisti nel 2004), gli investimenti nel settore alberghiero e turistico assumono un interesse sempre più forte: oltre alle bellezze naturali, vi è il fascino, soprattutto per i nostri connazionali, di una cultura per molti aspetti prossima a quella italiana, attraverso la comune matrice neolatina.