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L’Angola sostiene che le interferenze esterne ostacolino gli sforzi per la mediazione dei conflitti

foto_32560 Chicoty, che partecipava alla 66a sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha richiamato l'attenzione sulle molteplici crisi che caratterizzano oggi la situazione internazionale e che mettono in pericolo le basi stesse dell'organizzazione.

Il Ministro delle Relazioni Esterne, Georges Chicoti, ha sostenuto oggi a New York che le interferenze esterne siano un ostacolo agli sforzi di mediazione e di risoluzione pacifica dei conflitti nel mondo.

 "Il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, - ha sottolineato - lo stato di diritto e gli organi di un buon governo sono fondamentali perché una qualsiasi società umana  possa vivere nella pace e nell’armonia e sono la principale garanzia per una efficace prevenzione dei conflitti”.

Il Ministro ha apprezzato il tema centrale di questa sessione dell'Assemblea Generale, con queste parole,  - "Il ruolo della mediazione nella risoluzione pacifica dei conflitti ", che rivela la preoccupazione della comunità internazionale sulla necessità di un approccio integrato al problema che riguarda la situazione corrente.

Nel complesso, il Ministro ha sostenuto che l'attuale crisi economica e finanziaria, che ha innescato la più grave crisi sociale testimoniata dalla generazione di oggi, si aggiunge ad una crisi pericolosa ambientale dalle conseguenze imprevedibili per il futuro dell'umanità.

Si tratta di "una escalation diffusa di violenza e di un manifestarsi di conflitti che, insieme alla crisi ambientale, causa la più grave crisi umanitaria che si sia verificata dalla fine della seconda guerra mondiale. In conclusione, noi viviamo una situazione pericolosa in cui una combinazione di fattori mette a serio rischio la stabilità, la pace e la sicurezza mondiale ".

Riferendosi al caso dell'Angola, ha sottolineato che il Paese ha "pagato un prezzo molto alto a causa di tali interferenze che hanno alimentato per troppo tempo un conflitto fratricida, ma che gli angolani hanno saputo fronteggiare e risolvere con saggezza, generosità, equità ed integrazione ".

Il ruolo dell’ Angola, pertanto, ed il suo contributo alla pace interna deve essere considerato in un contesto ben più ampio di risoluzione dei conflitti, perché ha portato all'indipendenza della Namibia ed ha creato le condizioni per una convivenza pacifica in una regione che ha subito un'ostilità estrema e costituiva una minaccia permanente alla pace mondiale.

Georges Chicoti, categorico, nel suo discorso di 20 pagine, ha sostenuto che l'Angola è servita come riferimento per la risoluzione di alcuni conflitti nel continente africano e non ha risparmiato nessuno sforzo per  condividere questa esperienza con altri popoli e Paesi.

In questo senso, ha ritenuto necessario rafforzare il ruolo del multilateralismo, seguendo la logica di un nuovo pensiero di responsabilità e di benefici condivisi, basato sul riconoscimento degli interessi di tutte le parti, sul dialogo e sulla ricerca delle soluzioni ai problemi della pace e della sicurezza internazionale.

Come membro della SADC, CEEAC, della Commissione del Golfo di Guinea e del CPLP, l'Angola, in collaborazione con diversi partner, ha agito sulla base di una diplomazia preventiva nella ricerca di soluzioni pacifiche alle varie crisi che sono sorte, come nel caso della Guinea-Bissau e del Madagascar.

E’  anche motivo di preoccupazione la crisi in Libia. A tal proposito ha riferito essere fondamentale una più efficace cooperazione tra i partner esterni e l'Unione Africana nella ricerca di soluzioni congiunte basate sul diritto internazionale e sul rispetto, in modo che il Paese possa riprendere il suo posto tra africani ed internazionali.

Lo stesso vale per il Sahara Occidentale il cui lento  progresso nella risoluzione del problema, rimane un tema importante nell'agenda internazionale.  

Il Ministro angolano ha anche espresso preoccupazione per la siccità nel Corno d'Africa, le cui conseguenze sono più gravi che in Somalia, a causa della prevalenza del conflitto armato che accentua questa crisi umanitaria che ha scosso la coscienza universale.

 

Rispetto alla situazione del Medio Oriente, il Ministro Chicoti ha difeso la costituzione di uno stato palestinese indipendente, che vive al fianco dello Stato di Israele nella pace e nella sicurezza, all’interno di confini  sicuri ed internazionalmente riconosciuti

Chicoti ha ribadito, infine, la richiesta di porre fine all’embargo su Cuba, si è congratulato con la Repubblica del Sud Sudan per la sua ammissione come membro delle Nazioni Unite ed ha espresso la disponibilità dell’Angola a cooperare con il nuovo Stato, nel tentativo di consolidare la propria indipendenza ed uno sviluppo socio - economico.

Ha, inoltre, accolto con favore la creazione della ONU-Donna, ritenendola una decisione che darà ulteriore impulso alla promozione ed emancipazione delle donne e permetterà loro di conquistare i loro legittimi diritti.